L’approccio endoscopisco con applicazione di valvole (stents) di metallo è di norma preferito a un intervento chirurgico più invasivo in casi di pancreatiti necrotizzanti.
Il loro vantaggio rispetto a dispositivi di plastica a doppia coda è pero’ ancora da accertare dal momento che gli studi comparativi sono ancora pochi.
Lotte Boxhom e colleghi della Università di Amsterdam hanno dunque coinvolto 53 pazienti sottoposti a intervento con stent metallico (LAMS) o di plastica comparandone il conseguente bisogno di necrosectiomia intestinale, sopravvivenza, complicazioni e ospedalizzazione a sei settimane. Di seguito quanto emerso dallo studio pubblicato su Gut.
I risultati dello studio olandese
Dopo un primo screening delle caratteristiche di base, andando a evidenziare una risposta infiammatoria sistemica più frequente nel gruppo LAMS, i ricercatori hanno dimostrato che:
- per il 64% dei pazienti nel gruppo LAMS è stata necessaria una necrosectomia endoscopica, soltanto il 27% nella controparte
- nessuna differenza significativa in termini di mortalità (11% nel gruppo LAMS vs 18% nell’altro) come negli episodi di sanguinamento (17% vs 22% nel gruppo LAMS e “plastica” rispettivamente)
- dei nove (17%) a presentare sanguimento nel gruppo LAMS, quattro hanno richiesto una trasfusione, i restanti un intervento (endoscopico, chirurgico, radiologico) per bloccare il flusso vs 11 (22%) nel gruppo “plastica”
- cinque dei nove pazienti (56%) nel gruppo LAMS hanno presentato pseudoaneurisma vs un 91% (10 su 11) della controparte
- nessuna differenza nei giorni di ospedalizzazione (8 vs 13 di giorni di media per LAMS e plastica) o nello sviluppo di insufficienza pancreatica
- simili anche gli interventi per infezioni necrotiche (cateteri o necrosectomie) con un numero medio pari a 4.9 nel gruppo LAMS, 4.3 nel gruppo con stent di plastica
- LAMS è stato rimosso in media dopo 41 giorno e per il 4% di questi pazienti si è manifestato un accumulo di fluidi pancreatici che ha richiesto un intervento.
In termini di costi poi, l’uso di stent metallici è risultato richiedere circa 500 euro in più per paziente con, in larga scala, un considerevole impatto per i costi sanitari pubblici.
Per riassumere quindi, l’uso di LAMS non porta reali vantaggi al paziente rispetto all’alternativa di plastica. Di contro, sembrerebbe impattare maggiormente sui costi sanitari.
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