Una nuova prospettiva terapeutica per la malattia di Crohn potrebbe arrivare dallo studio di un comune patogeno fungino intestinale.
A dirlo sono i risultati di uno studio condotto dai ricercatori della Case Western Reserve University, grazie al quale aggiungiamo un tassello in più nella comprensione della malattia di Crohn e, più in generale, dei fattori che causano i processi infiammatori a livello enterico.
I sintomi della malattia di Crohn sono noti: diarrea, dolore e crampi, affaticamento, perdita di peso eccetera. Al momento non esiste una cura definitiva, ma è possibile alleviare i sintomi con una vasta gamma di opzioni terapeutiche.
Per tutti questi motivi, lo studio USA pubblicato su Cellular and Molecular Gastroenterology and Hepatology, apre una prospettiva interessante.
Candida tropicalis e infiammazione intestinale
La ricerca, coordinata da Fabio Cominelli della Case Western Reserve School of Medicine di Cleveland, negli Stati Uniti, si concentra sul ruolo del fungo Candida tropicalis (C. tropicalis). L’idea alla base dello studio è che questo lievito potrebbe innescare l’infiammazione cronica attraverso la modulazione del microbiota intestinale, il complesso ecosistema costituito da batteri, funghi e virus all’interno del tratto digestivo.
Per testare questa ipotesi i ricercatori hanno introdotto il fungo in modelli animali e hanno indotto la colite (infiammazione del solo intestino crasso) attraverso un composto chimico.
I modelli infettati da C. tropicalis hanno mostrato una grave infiammazione e uno squilibrio significativo del microbiota intestinale con cambiamenti nei livelli di batteri.
Secondo i ricercatori, questi risultati dimostrano che una disbiosi intestinale, provocata dall’infezione fungina, può creare una predisposizione verso le malattie infiammatorie intestinali. Studi precedenti hanno infatti già dimostrato che le persone affette da malattia di Crohn presentano livelli più elevati di C. tropicalis nel tratto enterico rispetto agli individui sani.
Eradicare il fungo?
«I nostri risultati forniscono una motivazione scientifica per l’eliminazione dell’infezione fungina da C. tropicalis dell’intestino» ha commentato Cominelli. «Il prossimo passo nella nostra ricerca è studiare altri organismi fungini all’interno dell’intestino, dopodiché valuteremo terapie antimicotiche nei pazienti affetti da questa patologia, la cui remissione è molto difficile da ottenere».