L’Associazione Giovani Gastroenterologi ed Endoscopisti Italiani (AGGEI) con l’approvazione di Young Talent Group (YTG) dell’Unità Europea di Gastroenterologia, ha condotto un sondaggio rivolto ai giovani gastroenterologi e ai medici in formazione specialistica in Europa, per valutare l’efficacia del percorso formativo durante la pandemia COVID-19. Il questionario è stato somministrato tra il 26 marzo 2020 e il 7 aprile 2020, per una durata di quattordici giorni, utilizzando una piattaforma online.
Sono stati eseguiti modelli di regressione logistica per valutare i fattori associati alla sensazione dei tirocinanti dell’impatto negativo del SARS-CoV-2 sulla loro formazione.
Tra tutti partecipanti, ne sono stati arruolati 182. La maggior parte sono donne (96/182, 52,5%) e più della metà (61,8%) con un’età <30 anni. Il 43% sono italiani; Portogallo (19%), Romania (10%), Spagna (7%) e Francia (6%).
Il 75,4% lavora negli ospedali universitari e la maggior parte di loro sono medici in formazione specialistica (123, 67,7%).
Dall’elaborazione dei dati sono emerse due importanti criticità correlate all’epidemia COVID 19: una legata alla mancanza di formazione sul corretto utilizzo dei DPI e sulla gestione dei malati COVID 19 e l’altra criticità strettamente correlata al rallentamento del percorso formativo per i giovani gastroenterologi.
Riguardo la prima: 159 partecipanti (86,9%) lavora in un centro COVID-19 e il 25,8% ha segnalato una carente formazione sull’utilizzo dei DPI e una percentuale del 64,6% e del 61,5% dei partecipanti ha riportato la mancata formazione sull’uso dei sistemi di erogazione / ventilazione dell’ossigeno e delle terapie antivirali specifiche COVID-19, rispettivamente.
Al momento del sondaggio, solo il 14,8% dei partecipanti era stato testato per COVID-19. Circa un terzo dei partecipanti ha avuto un collega positivo COVID-19, con un tasso medio di operatori sanitari infetti nell’unità di appartenenza del 10% (IQR 1-18,8%). Gli ospedali in cui lavora chi ha partecipato al sondaggio, hanno fornito solo documenti per la consultazione ma nessuna formazione formale sull’utilizzo dei DPI.
Questi dati sono in linea con un recente report italiano che descrive il tasso di medici infetti COVID-19 nelle unità di gastroenterologia. Oltre al rischio di trasmissione correlato alla gestione dei pazienti COVID-19, è necessario adottare misure di prevenzione (telefonata preventiva per valutare lo stato di salute del paziente prima di arrivare in ospedale, distanziamento sociale nella sala d’attesa, indossare mascherina chirurgica e guanti, uso corretto da parte degli operatori sanitari dei DPI) in tutti gli ambienti gastroenterologici, ed in particolare nel dipartimento di endoscopia.
Circa il rallentamento del percorso formativo, l’84,5% dei partecipanti, ritiene che l’epidemia di COVID-19 abbia rallentato il percorso formativo e i motivi del gap nella formazione sono legati all’indisponibilità dei tutor in oltre la metà dei casi (52,6%) ed all’interruzione del coinvolgimento dei tirocinanti in determinate attività o procedure (66,4%), principalmente l’endoscopia (colonscopia nel 32,3% delle risposte ed esofagogastroduodenoscopia nel 20,4%).
Il 96,7% ha riportato un cambiamento notevole dell’attività quotidiana nelle proprie Unità e queste modifiche consistevano principalmente in un ridotto carico di lavoro ambulatoriale ed endoscopico, rispettivamente del 12,5% e del 9% (che corrispondono a una riduzione dell’87,5% e del 91% rispettivamente) rispetto al volume di attività prima dell’epidemia di COVID-19
Dato il rallentamento formativo nel periodo COVID-19, dovuto all’impiego dei tirocinanti nelle unità COVID-19 e al ridotto volume di attività specialistiche, più della metà dei partecipanti al sondaggio ha proposto di estendere il periodo di formazione specialistica.