L’esofagite eosinofila (EoE) è una patologia infiammatoria cronica che vede l’interessamento di cellule immunitarie quali linfociti di tipo 2 (Th2) e allergeni associati al cibo.
La distruzione della barriera epiteliale con una conseguente aumento della permeabilità è il principale segnale. Se alcune citochine hanno un impatto negativo sulla salute esofagea (Th2, IL-4, IL-13), altre (IL-20) sembrerebbe avere un ruolo di mediatori tra il mondo immunitario e quello epiteliale.
Dato il potenziale ruolo positivo della sottofamiglia IL-20 in EoE, Tany Kaymak e colleghi dell’Università di Basel (Svizzera), hanno voluto raccogliere più evidenze combinando analisi di trascrittomica, proteomica e funzionali in pazienti con la patologia e modelli murini.
Elevata è infatti risultata l’espressione plasmatica di IL-20 e dei relativi recettori nell’epitelio esofageo in pazienti con EoE. Ma con che ruolo?
La risposta viene da organoidi derivati da biopsie operate sui pazienti stessi.
- l’espressione di filaggrina, proteina filamento legata a cellule epiteliali, ha infatti mostrato una riduzione in caso di patologia
- alterata espressione anche a carico di geni (e relative proteine) coinvolti nella produzione di cheratine (KRT4, KRT13 e KRT24), componenti di desmosomi (DSG1-4, DSC1-2 e DSP), membri del complesso di giunzione stretta (OCLN e OCLDN17) o inibitori enzimatici (SPINK7)
- d’altro canto, un aumento si è registrato in relazione a IL-13, IL-4Ra, IL-13Ra1 e IL-13Ra2
Considerando la possibile sensitizzazione al cibo attraverso l’epitelio, i ricercatori hanno deciso di adottare un modello murino di EoE al fine di approfondirne i meccanismi in seguito a esposizione a ovalbumina.
In linea con quanto osservato nei pazienti e con ulteriori chiarimenti:
- IL-19, IL-20 e IL-24 e relativi recettori Il20ra/b hanno registrato un aumento di espressione a livello di esofago nei modelli con patologia vs controlli
- in modelli modificati per non esprimere IL20 (Il20R2−/−) l’andamento della patologia ha mostrato un significativo miglioramento grazie alla salvaguardia dell’espressione di fillagrine, altrimenti alterate
- una specifica delezione del recettore STAT3 nell’epitelio squamoso è risultata in un aumento dell’infiammazione epiteliale e con un’alterazione della soppressione di fillagrina da parte di IL-20
- l’alterazione della barriera epiteliale da IL-20 sembrerebbe inoltre dipendere dal pathway ERK, ossia una catena di proteine nella cellula che comunica un segnale da un recettore sulla superficie della cellula al DNA nel nucleo della cellula. Una sua inibizione infatti ha mostrato un miglioramento nella salute dell’epitelio esofageo in modelli di EoE
Per riassumere quindi, questo studio dimostra una relazione tra la famiglia di citochine IL-20, il pathway ERK e il benessere dell’epitelio esofageo. Ciò nonostante, questo complessa interconnessione necessita ulteriori studi traslazionali prima di considerare IL-20 ma anche IL-19 e IL-24 e i loro pathway di segnalazione target per un ripristino dell’integrità epiteliale in pazienti con EoE.
Kaymak T, Kaya B, Wuggenig P, et al. Gut Epub ahead of print: [please include Day Month Year]. doi:10.1136/ gutjnl-2022-327166